FESTA DEL 25 APRILE. UN SUCCESSO CHE FA SPERARE – IL MANIFESTO

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Festa del 25 Aprile, un successo che fa sperare.

Un mio articolo su il manifesto, che ringrazio per lo spazio, sul grande successo della nostra Festa della Resistenza a San Lorenzo e di tante altre manifestazioni in tutta Italia.
Un segnale che fa ben sperare!

📰Buona lettura!

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In questo 25 aprile le principali piazze d’Italia sono state attraversate da migliaia di persone.

Si è festeggiato l’ottantesimo della Liberazione dal nazifascismo con una partecipazione e un calore sorprendenti, che segna una vera controtendenza popolare.

Nei cortei e nelle strade è emersa una ripresa importante del protagonismo politico e sociale dei movimenti giovanili ed è statauna festa che ha coinvolto cittadini e cittadine con la voglia di ritrovarsi, di riconoscersi, anche di reagire.

A Roma, in particolare, il successo clamoroso che abbiamo registrato, con oltre 25.000 presenze nei tre giorni di Festa della Resistenza nel quartiere San Lorenzo, è un segnale forte, un patrimonio da coltivare. Il programma, articolato nelle piazze e nelle strade del quartiere, ha dato spazio alle lezioni di storia, alle testimonianze e ai dibattiti, ma soprattutto ha investito sui linguaggi e sulle nuove generazioni che hanno raccolto con meravigliosa coscienza e calore il testimone della lotta partigiana.

L’arte, il cinema, il teatro, la musica, le performance, sono state una nuova lente d’ingrandimento attraverso cui la memoria ha preso vita nuova che straripa di energia.

Nel contesto generale in cui avanzano forme autoritarie, dall’omofobia al patriarcato, dal nazionalismo alla guerra, si è creato un cortocircuito positivo di reazione e conflittualità. Un successo di popolo che genera speranza per la tenuta democraticae per il barlume di alternativa che si intravede.

Un 25 aprile, questo, che per molti versi ha ricordato quel 25 aprile del 1994, con la grande manifestazione indetta da questo giornale dopo la vittoria di Silvio Berlusconi.
Quella “discesa in campo” aveva stimolato una reazione massiccia nel Paese. Nelle città cresceva l’alternativa: a Roma con il Sindaco Rutelli, a Bologna con Walter Vitali, a Torino con Valentino Castellani.

Contestualmente i movimenti reagirono contrastando lo sgombero del centro sociale Leoncavallo e poi cambiando il proprio alfabeto grazie alla democrazia sostanziale, una lezione appresa dagli zapatisti.
In quegli anni, in una realtà politica che virava sempre più verso destra, un coacervo di anime politiche, sociali e culturali in maniera distinta contribuì al cambio di clima che portò poi alla vittoria Romano Prodi, nel 1996.

Un’indicazione che varrebbe la pena
prendere sul serio.

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