Smeriglio (Avs): serve conferenza di pace non 2% pil per Difesa
Milano, 12 mag. (askanews) – “In Europa con la guerra tutto è cambiato. Il nostro impegno è soprattutto per un’agenda di pace e di negoziati perché non si capisce fino a quando dovremo aspettare per prendere l’iniziativa per una grande conferenza di pace organizzata e gestita dal carisma europeo prima di ulteriori lutti e drammi. Credo che questo sia il punto centrale anche di questa campagna elettorale, perché la guerra poi incide sulle filiere energetiche, sulle filiere dell’agroalimentare, sull’inflazione e sulla qualità della vita dei nostri cittadini. Sicuramente incide la guerra in Ucraina, con l’occupazione russa, ma anche il massacro di Gaza al quale stiamo assistendo inerti, senza svolgere una funzione diplomatica adeguata”. Lo ha detto l’europarlamentare di Avs Massimiliano Smeriglio, secondo il quale, invece, si sta andando in una direzione opposta: “Quello che è accaduto in questi mesi in realtà è stato rimpinguare 27 eserciti, 27 stati maggiori, 27 arsenali. Un riarmo costante e pericoloso, uno spreco di energie e di risorse, con l’imposizione di portare la spesa militare da parte della Nato al 2% del Pil. Una cosa che farebbe saltare i nostri conti sulla spesa sanitaria, sul trasporto pubblico locale, sul welfare. Inoltre ci avviamo verso le elezioni negli Stati Uniti. La prima richiesta di Trump sarà riportare la spesa per le armi e riarmo al 2,5% del prodotto interno lordo di ogni singolo paese della Nato. Io penso che è sbagliato, sono contrario per molti motivi, uno di questi è che farebbe saltare i conti pubblici del nostro paese”.