UCRAINA: Smeriglio, Asap alimenta spirale nazionalista

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Ucraina: Smeriglio, ASAP alimenta spirale nazionalista Ue Roma, 3 giu. (LaPresse) – “Giovedì a Bruxelles con 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astenuti è stata approvata la Relazione della Commissione, Act to support ammunition production. Un atto fortemente voluto dal Commissario Breton (uomo dell’apparato militare industriale francese) e da un asse di destra che tiene insieme Ppe e Conservatori (partito di cui Meloni è Presidente) che prevede la possibilità di utilizzare i fondi di Next generation Ue e i fondi di coesione (43 miliardi per il nostro Paese) per il riarmo e il potenziamento degli arsenali militari di ognuno dei 27 Paesi. Fondi già programmati per il cambio del modello di sviluppo basato sulla transizione ecologica, quella digitale e la giustizia sociale, fondi con cui le Regioni supportano le spese sociali, il diritto allo studio, il sostegno alle imprese, il welfare locale, e che oggi tornano, con uno strappo violento, nella disponibilità della economia di guerra. Cosa peraltro vietata dall’articolo 41 dei Trattati europei, dove si parla esplicitamente della impossibilità di finanziare con soldi europei le produzioni militari nazionali”. Lo scrive Massimiliano Smeriglio, eurodeputato indipendente del Pd, in un articolo pubblicato dal ‘Manifesto’. “La guerra cambia l’agenda politica travolgendo i valori condivisi dell’Unione europea, in questo modo le storture autoritarie appaiono questioni secondarie rispetto allo stato di eccezione che il conflitto in corso determina – aggiunge – E l’atto votato dal parlamento europeo non fa altro che alimentare la spirale nazionale e nazionalista. Avremo nei prossimi anni arsenali gonfi di armi e nessun avanzamento sulla autonomia strategica europea e la difesa comune. Ed è necessario sottolineare che non stiamo parlando di armi per l’Ucraina, né di armi per l’Europa, ma di armi per gli Stati. Un virus, il nazionalismo, che può minare dall’interno e nel profondo la costruzione comunitaria e la democrazia europea. Questa la posta in gioco”.

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